lunedì 15 dicembre 2008

Antologia di Ivan Della Mea


Segnalataci da Carlo Rovello (co-autore con Giovanni Straniero di Cantacronache. I 50 anni della canzone ribelle), questa antologia dedicata al grande Ivan, dal titolo Ivan Della Mea- Antologia cd+ dvd, edito da Alabianca (la casa che ristampa anche i mitici Dischi del Sole).
Il cd raccoglie alcuni pezzi storici della produzione di Della Mea, mentre il dvd contiene un film dedicato all'artista de La Ringhera e di tanti altri inni degli indimenticati (almeno per noi, anche se non c'eravamo...) giorni cantati. L'antologia si può acquistare sul sito www.alabianca.it

Oltre all'attività musicale, ripresa negli anni novanta dopo un lungo silenzio, e all'attività di scrittore, ricordiamo il lavoro che Ivan porta avanti da molti anni nel mondo della canzone popolare, attualmente dirigendo l' Istituto Ernesto de Martino, quale successore di Franco Coggiola.

giovedì 11 dicembre 2008

Da Bruxelles

Prossimamente... "A proposito di Jacques"

mercoledì 3 dicembre 2008

I cinquant'anni di Cantacronache



Sul finire di questo 2008 in cui cade il cinquantenario, due parole ed un paio di libri dedicati a Cantacronache. Cantacronache fu la meravigliosa avventura politico-musicale (per parafrasare il titolo del libro scritto da diversi protagonisti del movimento), che alla fine degli anni Cinquanta irruppe sulla scena musicale. Anche se breve (Torino, 1958-1962), l'esperienza Cantacronache segnò in modo indelebile la storia della canzone d'autore e politica: per la prima volta, musicisti, letterati ed  intellettuali dichiararono guerra alla "canzone gastronomica" per inseguire la "canzone intelligente", una canzone che affrontasse l'attualità, i problemi dei lavoratori, la politica nazionale ed estera. Una canzone immediata ma colta, vivace ma illuminata. Sembrava difficile, ma ci riuscirono, con uno sguardo al modello francese (dove i vari Prévert prestavano da tempo i versi alle canzoni), a quello tedesco (B & W e non solo), e al patrimonio immenso della canzone di protesta anarchica e socialista, con la quale tesero un ideale filo rosso di eredità, di recupero e di continuazione. 
Sergio Liberovici, Michele L. Straniero, Fausto Amodei, Emilio Jona, Italo Calvino, Margot e tanti altri, hanno lasciato un prezioso patrimonio artistico, quest'anno omaggiato da numerose iniziative. Diversi eventi musicali, tra quali ricordiamo l'indimenticabile serata al Mittelfest '08, nella suggestiva cava di Cividale del Friuli (a questa pagina una serie di belle foto
 http://flickr.com/photos/27814522@N04/2697117726/in/photostream/), che stasera, con un cast in parte diverso verrà proposta alla Maison Musique di Rivoli (To), nel ricordo di Franco Lucà, indimenticabile fondatore del Folk Club. Interverranno, tra gli altri, Giovanni Strani
ero ed Enrico de Angelis
Per quel che riguarda le note di carta, sono usciti per Editrice Zona due titoli:
Cantacronache: i 50 anni della canzone ribelle, di Giovanni Straniero e Carlo Rovello, una serie di interviste, di documenti e di testimonianze sull'eredità di Cantacronache e di M. Straniero. 
A novembre è uscito invece Fausto Amodei. Canzoni di satira e di rivolta, di chi scrive, sulle canzoni dell'irriverente architetto torinese autore di Per i morti di Reggio Emilia (e di tante altre). Il libro contiene la mia analisi dell'approccio musicale e poetico di Amodei attraverso le fasi della sua carriera di cantautore politico, un piccolo ma interessantissimo saggio sulla traduzione ritmica dello stesso Fausto, la (dettagliatissima) discografia compilata da Enrico de Angelis e il bel regalo che ci ha fatto Sergio Staino: un fumetto ispirato a padreterno@aldilà.com, canzone di Amodei (2005).
I libri sono stati presentati alla scorsa edizione del Premio Tenco insieme al libro di Maurizio Bettelli (di cui parleremo) sulle canzoni di Woody Guthrie all'interno del dibattito "Dal '58 al '68".

Buon Cantacronache a tutti.


lunedì 1 dicembre 2008

Senza Fabrizio


Si stanno preparando un po' dappertutto le celebrazioni per il decennale della morte di Fabrizio De André, ma (almeno per chi scrive) nessuna commemorazione potrà mai dar voce al vuoto che lo schivo, dolcissimo anarchico genovese ha lasciato nel cuore di chi lo amava.
Tra ricordi dell'ultima ora ed eventi istituzionali, ci sono ovviamente delle belle iniziative. Ad esempio questo libro di Claudio Sassi e Walter Pistarini, che raccoglie gli articoli della stampa dell'epoca che diedero voce (la sua plendida voce, come viene ricordato...) al nostro Fabrizio.
Il libro è edito da Coniglio Editore e qui sotto riportiamo uno stralcio della prefazione di Luciano Ceri (preso dal sito della casa editrice):
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Un uomo schivo, uno scrittore colto, un amico gioviale dalla dialettica affascinante: quale l’aspetto di De André che ha contribuito alla costruzione della sua immagine? Certamente il talento e la cura per il suo lavoro sono gli elementi che hanno portato il cantautore genovese a diventare quel grande artista che continua a far innamorare di sé intere generazioni. Eppure non basta, a chi vuole svelarne il mistero, conoscere il “personaggio pubblico”. Leggere le sue lunghe conversazioni, quelle a cui si lasciava andare quando non si sentiva sotto i riflettori, aiuta a sciogliere alcuni nodi di una personalità complessa, eppure mai nebulosa. Quando sembrava dimenticare che le sue parole sarebbero state lette dalla comunità di ammiratori che cresceva di anno in anno, De André si trasformava in un gran comunicatore e parlava con piacere dei suoi progetti, del mondo musicale italiano (aspre le critiche contro le manifestazioni canore, prima fra tutte Sanremo), ma anche di argomenti legati alla sua vita personale, come il trasferimento in Sardegna per dedicarsi all’allevamento e all’agricoltura o il racconto dei difficili giorni del rapimento. 
Il volume, inoltre, offre la riproduzione anastatica di numerosi articoli ormai introvabili.


Sarà bello, scorrendo queste pagine, immaginare la sua voce nel leggere le sue risposte: quella voce così inconfondibile, così calda, così espressiva, con quella deliziosa cadenza ligure così musicale e così affine al portoghese, anche se modulata su forme melodiche e ritmiche mediterranee e non sul soffice saltellio del samba. E sarà curioso scoprire gli accenni a canzoni mai finite, a musiche mai scritte, a progetti mai realizzati, raccontati come per certi e chissà poi per quali motivi non portati a termine. 
L. Ceri
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*** Troppo tempo senza Coda di Lupo ...
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