domenica 25 aprile 2010

25 aprile

Certe cose si fanno per tutti, ma di tutti non sono. Dedicato agli amici, quelli incrociati nel quotidiano della vita, attraverso gli occhi, i libri, le canzoni, la storia.
Buona resistenza.

(Il titolo della canzone è Dai monti di Sarzana, storia del Battaglione Lucetti)





(inserito da sindacatomiliardari)


Ps:Una delle ultime registrazioni di Ivan Della Mea, il cuore supplisce la qualità dell'immagine e del suono.

giovedì 8 aprile 2010

Lettera di Nicola Sacco al figlio Dante


Scrivendo dei pezzi per una serie di riflessioni sulle poesie in musica, incontrando Louis Aragon, rossi manifesti, rose e sguardi partigiani, dal recondito luogo da cui le analogie sovvengono una frase ha chiamato questa canzone. Musicata da Pete Seeger nel '51, il testo è la lettera, l'ultima lettera, di Nicola Sacco al figliolo Dante, lasciato a questo mondo con il difficile compito di continuare la battaglia per i deboli, i perseguitati e le vittime. Per i compagni che hanno combattuto e sono caduti. Come Nicola, come Bartolomeo.

Chissà cosa ha portato qui, da Aragon. Forse le rose, forse l'addio, la maternità, il coraggio spavaldo di chi se ne sta andando, di chi sta perdendo, e invece di cercare conforto, conforto lascia. E poi non so, poi, sono senza parole.






SACCO'S LETTER TO HIS SON

If nothing happens they will electrocute us right after midnight
Therefore here I am, right with you, with love and with open heart,
As I was yesterday.
Don’t cry, Dante, for many, many tears have been wasted,
As your mother’s tears have been already wasted for seven years,
And never did any good
So son, instead of crying, be strong, be brave
So as to be able to comfort your mother.

And when you want to distract her from the discouraging soleness
You take her for a long walk in the quiet countryside,
Gathering flowers here and there.
And resting under the shade of trees, beside the music of the waters,
The peacefulness of nature, she will enjoy it very much,
As you will surely too.
But son, you must remember; Don’t use all yourself.
But down yourself, just one step, to help the weak ones at your side.

The weaker ones, that cry for help, the persecuted and the victim.
They are your friends, friends of yours and mine, they are the comrades that fight,
Yes and sometimes fall.
Just as your father, your father and Bartolo have fallen,
Have fought and fell yesterday. for the conquest of joy,
Of freedom for all.
In the struggle of life you’ll find, you’ll find more love.
And in the struggle, you will be loved also.



LETTERA DI SACCO A SUO FIGLIO

Se non succede niente, ci giustizieranno dopo mezzanotte.
Allora sono qui, sincero, con amore e con il cuore aperto,
come lo sono stato ieri.
Non piangere, Dante per tante tante lacrime sprecate,
come quelle di tua madre, sprecate per sette anni
senza nessun buon esito.
Figliolo, invece di piangere, sii forte, sii coraggioso.
Sii capace di essere di conforto alla mamma.

E quando vorrai distrarla dalla solitudine umiliante,
portala a passeggiare a lungo nella quiete campestre,
cogliendo fiori qui e là.
E all'ombra degli alberi, accanto alla musica delle acque,
amerà molto la tranquillità della natura.
E anche tu, di certo.
Ma ragazzo, ricorda: non usare tutto te stesso.
Tieni una parte di te per aiutare i deboli che ti stanno accanto.

I più deboli, che gridano aiuto, i perseguitati e le vittime.
Sono tuoi amici, amici miei e tuoi, sono i compagni che combattono;
Sì, e a volte cadono.
Come tuo padre, tuo padre e Bartolo sono caduti.
hanno combattuto e sono caduti ieri, per la conquista della gioia
e della libertà per tutti.
Nella lotta della vita troverai, troverai più amore.
E nella lotta, sarai anche amato.

giovedì 1 aprile 2010

Orly





ad Enrico




Quando arriva il momento di dirsi addio, una canzone non basta, ma in una canzone può anche esserci tutto. Il saluto, la speranza, la disperazione. Perché come ad Orly, la domenica è triste, e sa di sale, sa di cose già viste. Sa di folla, moltitudine che ti fa sentire solo, deserto dentro senza ragione. Perché una ragione non c'è stata, o forse sì, e tu da quel giorno non puoi fare altro che vivere di progetti, di ricordare l'ultimo istante, quando invece che per mano ti tenevi per gli occhi, come solo Jacques Brel poteva osservare. Ne hai perdute di cose, ma questa non l'avevi perduta mai. E forse fino a questo momento non sapevi nemmeno di averla incontrata. Ma l'assenza pesa, l'"assenza è un assedio" (p.c.), e tra mille lui, occhio di poeta e lingua di gabbiano, ne vede solo due, e alla fine vede solo te, che la folla sta inghiottendo, come tu fossi un frutto qualsiasi.







Per conoscere le canzoni di Jacques Brel, imperdibile (e purtroppo abbastanza introvabile) Jacques Brel. Tutte le canzoni (1948-1977) Ed Arcana, 1994, traduzioni di Duilio del Prete, a cura di Enrico de Angelis, autore di una straordinaria prefazione.