Si stanno preparando un po' dappertutto le celebrazioni per il decennale della morte di Fabrizio De André, ma (almeno per chi scrive) nessuna commemorazione potrà mai dar voce al vuoto che lo schivo, dolcissimo anarchico genovese ha lasciato nel cuore di chi lo amava.
Tra ricordi dell'ultima ora ed eventi istituzionali, ci sono ovviamente delle belle iniziative. Ad esempio questo libro di Claudio Sassi e Walter Pistarini, che raccoglie gli articoli della stampa dell'epoca che diedero voce (la sua plendida voce, come viene ricordato...) al nostro Fabrizio.
Il libro è edito da Coniglio Editore e qui sotto riportiamo uno stralcio della prefazione di Luciano Ceri (preso dal sito della casa editrice):
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Un uomo schivo, uno scrittore colto, un amico gioviale dalla dialettica affascinante: quale l’aspetto di De André che ha contribuito alla costruzione della sua immagine? Certamente il talento e la cura per il suo lavoro sono gli elementi che hanno portato il cantautore genovese a diventare quel grande artista che continua a far innamorare di sé intere generazioni. Eppure non basta, a chi vuole svelarne il mistero, conoscere il “personaggio pubblico”. Leggere le sue lunghe conversazioni, quelle a cui si lasciava andare quando non si sentiva sotto i riflettori, aiuta a sciogliere alcuni nodi di una personalità complessa, eppure mai nebulosa. Quando sembrava dimenticare che le sue parole sarebbero state lette dalla comunità di ammiratori che cresceva di anno in anno, De André si trasformava in un gran comunicatore e parlava con piacere dei suoi progetti, del mondo musicale italiano (aspre le critiche contro le manifestazioni canore, prima fra tutte Sanremo), ma anche di argomenti legati alla sua vita personale, come il trasferimento in Sardegna per dedicarsi all’allevamento e all’agricoltura o il racconto dei difficili giorni del rapimento.
Il volume, inoltre, offre la riproduzione anastatica di numerosi articoli ormai introvabili.Sarà bello, scorrendo queste pagine, immaginare la sua voce nel leggere le sue risposte: quella voce così inconfondibile, così calda, così espressiva, con quella deliziosa cadenza ligure così musicale e così affine al portoghese, anche se modulata su forme melodiche e ritmiche mediterranee e non sul soffice saltellio del samba. E sarà curioso scoprire gli accenni a canzoni mai finite, a musiche mai scritte, a progetti mai realizzati, raccontati come per certi e chissà poi per quali motivi non portati a termine.
L. Ceri
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*** Troppo tempo senza Coda di Lupo ...
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