giovedì 1 aprile 2010
Orly
ad Enrico
Quando arriva il momento di dirsi addio, una canzone non basta, ma in una canzone può anche esserci tutto. Il saluto, la speranza, la disperazione. Perché come ad Orly, la domenica è triste, e sa di sale, sa di cose già viste. Sa di folla, moltitudine che ti fa sentire solo, deserto dentro senza ragione. Perché una ragione non c'è stata, o forse sì, e tu da quel giorno non puoi fare altro che vivere di progetti, di ricordare l'ultimo istante, quando invece che per mano ti tenevi per gli occhi, come solo Jacques Brel poteva osservare. Ne hai perdute di cose, ma questa non l'avevi perduta mai. E forse fino a questo momento non sapevi nemmeno di averla incontrata. Ma l'assenza pesa, l'"assenza è un assedio" (p.c.), e tra mille lui, occhio di poeta e lingua di gabbiano, ne vede solo due, e alla fine vede solo te, che la folla sta inghiottendo, come tu fossi un frutto qualsiasi.
Per conoscere le canzoni di Jacques Brel, imperdibile (e purtroppo abbastanza introvabile) Jacques Brel. Tutte le canzoni (1948-1977) Ed Arcana, 1994, traduzioni di Duilio del Prete, a cura di Enrico de Angelis, autore di una straordinaria prefazione.
Etichette:
Canzone d'autore,
Canzone francese,
classici,
Enrico de Angelis,
Jacques Brel
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Che bello ricordare il grande J. Brel, forse il più grande dei cantautori di tutti i tempi.
Grazie Marghi
Grazie a te, e a Jacques che con il suo meraviglioso sguardo ricama addosso ad un semplice addio un'indimenticabile canzone...
M.
Posta un commento