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giovedì 1 aprile 2010
Orly
ad Enrico
Quando arriva il momento di dirsi addio, una canzone non basta, ma in una canzone può anche esserci tutto. Il saluto, la speranza, la disperazione. Perché come ad Orly, la domenica è triste, e sa di sale, sa di cose già viste. Sa di folla, moltitudine che ti fa sentire solo, deserto dentro senza ragione. Perché una ragione non c'è stata, o forse sì, e tu da quel giorno non puoi fare altro che vivere di progetti, di ricordare l'ultimo istante, quando invece che per mano ti tenevi per gli occhi, come solo Jacques Brel poteva osservare. Ne hai perdute di cose, ma questa non l'avevi perduta mai. E forse fino a questo momento non sapevi nemmeno di averla incontrata. Ma l'assenza pesa, l'"assenza è un assedio" (p.c.), e tra mille lui, occhio di poeta e lingua di gabbiano, ne vede solo due, e alla fine vede solo te, che la folla sta inghiottendo, come tu fossi un frutto qualsiasi.
Per conoscere le canzoni di Jacques Brel, imperdibile (e purtroppo abbastanza introvabile) Jacques Brel. Tutte le canzoni (1948-1977) Ed Arcana, 1994, traduzioni di Duilio del Prete, a cura di Enrico de Angelis, autore di una straordinaria prefazione.
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giovedì 12 novembre 2009
Enrico de Angelis: 40 tra musica ed inchiostro
Sta per uscire per Editrice Zona una voluminosa raccolta (ben 550 pagine!) di articoli sulla canzone e dintorni. Musica sulla carta. Quarant'anni di giornalismo intorno alla canzone è la memoria intellettuale di Enrico de Angelis, giornalista, storico della canzone nonché direttore artistico di quella resistente realtà che è il Club Tenco (tra povertà di fondi e mercificazione della cultura, uno dei pochi baluardi in difesa della buona musica).
Abbiamo avuto la fortuna di saggiare il libro in anteprima, e senza dubbio sarà una "golosa" lettura per tutti gli adepti della canzone d'autore e non solo. Infatti, diversi sono i contenuti dedicati "allo spettacolo" comunemente inteso, articoli di respiro ampio ed intelligenti che accanto a recensioni di mostri sacri o di splendidi artisti d'essai ci raccontano realtà parallele come il cabaret degli anni d'oro o il musical di qualità.
Largo spazio ovviamente ai grandi cantautori, ai nomi storici indimenticabili ed indimenticati, in un linguaggio piano ma curato, ricco senza essere manieristico, ma soltanto molto competente.
Curiosa, l'evoluzione linguistica, dal punto di vista della terminologia, sintomo e testimonianza di quel cambiamento di tempi che il buon giornalismo non può ignorare, e che si avverte leggendo il libro, senza nostalgie o forme retoriche, ma vissuto "da dentro", con passione per quello che si analizza e si racconta.
Un libro opportuno, questa forse la definizione più adeguata in tempi di sovraccarico mediatico e di quasi totale mancanza di filtri di qualità. Un libro che fa storia, memoria e cultura, impreziosito poi dal bel disegno di copertina dell'attore e artista Gianni Franceschini.
W la canzone d'autore!
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