lunedì 11 gennaio 2010

11 gennaio, ma anche tutti gli altri giorni

Certo che senza di te non è stato più come prima...


Stanotte è venuta l'ombra,
l'ombra che i fa il verso,
le ho mostrato il coltello
e la mia maschera di Gelso.
E se lo sa mio padre,
mi metterò in cammino,
se mio padre lo sa,
mi imbarcherò lontanto.

...
Quale sarà la mano,
che illumina le stelle?



A Fabrizio. Perché tra tutte le celebrazioni, commemorazioni ufficiali, i revisionismi (di certo non da parte di grandi come Fossati, De Gregori, Piovani...) "scriveva o non scriveva?" e "gran parte di quella canzone di Fabrizio è roba mia" (risposta: e chi se ne frega? risposta alternativa: perché non lo sostenevi 15 anni fa?), l'unica cosa che sovviene a noi che lo abbiamo amato tanto ed ancora tanto lo amiamo è che ci manca. e qualche volta che non troviamo le parole o ci sentiamo soli, vorremmo lui ci fosse, a trasformare in verbo e melodia il nostro sentire, la nostra solitudine, sublimando l'intangibile blue che a talvolta stringe il cuore in quel mondo degli ultimi e dei vinti a cui Fabrizio, con grazia e leggerezza, sapeva restituire "una goccia di splendore"

Ciao Fabri, ti voglio bene.

5 commenti:

francesco pagliarini ha detto...

l'ho letta e riletta.
(marmellata. eccelso verso)



francesco

Marghi ha detto...

senza parole. anche questo è poesia.
Margherita

Eliolibre ha detto...

L'undici gennaio è anche l'anniversario della morte di mio padre, perciò per me rappresenta una data doppiamente importante che come tutti gli anni mi addolora per la perdita di due persone fondamentali nella mia vita, ma al tempo stesso mi rallegra, quello che mi hanno dato è qualcosa di tanto prezioso che non può che riempirmi d'orgoglio.
Quì a Cuba, contrariamente a Sergio Endrigo, l'altro mio cantautore prediletto, De Andrè è pressochè sconosciuto. Sto cercando di farlo conoscere a degli amici musicisti ma non è facile far comprendere De Andrè a chi si è formato alla cultura latina. Penso però che valga la pena insistere, tra Silvio Rodriguez ed altri trovadores e De Andrè ci sono sicuramente delle assonanze, basta saperle riconoscere.

Marghi ha detto...

Ciao Elio :-)E' vero, il dolore porta dolcezza, se associato a qualcosa di prezioso.
Certo la formazione di Fabrizio è molto europea (in senso generale, perché le suggestioni sono tante, e non si esauriscono certo nei modi "francesi", vividi ma più per programmaticità che per stile, tolto il primo periodo) e dal punto di vista "letterario" lo stile del racconto può essere lontano...
Però, appunto, ci sono certi ritmi (Franziska, Princesa e perché no, Dolcenera...) che potresti giocarti nella tua opera di diffusione, no? Marghi

Eliolibre ha detto...

Credo che tu abbia proprio ragione, Grazie per il consiglio.